San Salvatore di Fitalia è un piccolo paese dei Nebrodi, collocato a 603 metri sul livello del mare. Si tratta di una zona collinare la cui storia affonda le radici in epoca ellenica: l'appellativo "Fitalia", infatti deriva dal greco Fytalìa, cioè "terreno adatto alla coltivazione, terreno florido". Un'altra leggenda, invece, attribuisce tale appellativo alla leggenda dei fitalidi, una nota famiglia ateniese. Vediamo insieme la storia e i suoi punti d'interesse.
San Salvatore di Fitalia: un territorio strategico
I Greci furono i primi ad occupare il territorio: al tempo si trattava di una vallata per gran parte occupata dal mare nella quale confluivano due torrenti: “Fitalia” e del “Panaghia”. Si trattava di una zona fortemente strategica pe il commercio siculo dell'epoca. Le prime fonti storiche certe risalgono, però, al 1094, quando Ruggero di Calabria, donò i Castelli di Fitalia e di SS Salvatore al vicino Monastero di San Bartolomeo apostolo di Lipari, fondato da lui stesso alcuni anni prima. Durante la dominazione normanna, Fitalia venne suddivisa in cinque parti:
- Tre vennero assegnate al feudo di Patti, sotto la giurisdizione del vescovo del luogo;
- Due, invece, all'arcivescono di Messina e al Monastero delle Benedettine del Santissimo Salvatore di San Marco.
Da questo momento il territorio prese il nome di Santissimo Salvatore e rimase così suddiviso per secoli, fino al 1828, anno in cui fu riunito e interamente consegnato al Vescovo di Patti.
Una giurisdizione separata: gli anni delle vessazioni
Gli anni successivi alla separazione del territorio in due giurisdizioni non furono affatto semplici: gli abitanti, infatti, erano continuamente sottoposti a vessazioni di vario tipo, come riporta lo stesso sito del Comune di San Salvatore di Fitalia: "“… l’obbligo di portare lo zucco in collo, lo porcello, la gallina, l’ova, le nove giornate di zappare, et altre angarie come villani e vassalli (…) non possono andar ad habitar in altre parti senza licenza del Vescovo“.
Un cambio di rotta
La sorte di Fitalia migliorò intorno alla fine del 1300, quando venne riconosciuta con il nome di SS Salvatore dal signore di Cammarata del tempo. Vinciguerra d'Aragona operò, infatti, da intermediario con il re dell'epoca, Federico IV. Nonostante ciò, le due giurisdizioni continuarono ad occuparsi separatamente delle due parti del territorio ad esse assegnate secoli prima, fino al 28 dicembre 1828. In questa data, un Diploma Apostolico del Pontefice Pio VII pose fine alla spartizione del territorio. La gestione del paese venne interamente assegnata alla Diocesi di Patti.
La storia del Patrono di San Salvatore di Fitalia: San Calogero miracoloso.
Il paese è conosciuto nell'intero territorio dei nebrodi grazie al Santo Patrono Calogero. Non vi sono testimonianze che ci permettono di ricostruire l'intera storia del santo, ma le uniche informazioni ci arrivano da alcuni inni e letture del monaco Sergio e del Breviario Romani-gallicano. Per il resto, si tratta solo di racconti tramandati oralmente tra le generazioni. San Calogero nacque da genitori cristiani intorno al I secolo e sin da piccolo sentì l'esigenza di avvicinarsi maggiormente alla sua spiritualità. Si spostò a Roma in giovane età e qui ricevette il consenso per vivere da eremita in un qualche luogo sconosciuto. Fu durante questo periodo che ebbe l'ispirazione di far convertire il popolo siciliano alla religione cristiana. Finito il periodo solitario, ottenne il permesse per rientrare in Sicilia, che girò interamente insieme ai compagni Filippo, Onofrio e Archileone.
Altre leggende
Altre fonti, invece, collocano la sua nascita tra V e VI secolo. Secondo tali testimonianze, san Calogero, originario della Tracia, scappò dalla sua terra natìa per le numerose persecuzioni. Sbarcò in Sicilia, dove si dedicò ai malati e alla conversione di molteplici siciliani. In questa isola. secondo alcuni racconti popolari, ebbe la visione dell'anima di re Teodorico all'interno del cratere dell'isola eoliana di Vulcano . Questa visione lo spinse a trasferirsi a Sciacca, dove visse una vita assistendo i malati e i bisognosi, morendo all'età di 95 anni.
Cosa vedere a San Salvatore di Fitalia: ecco i 12 luoghi che non puoi perderti!
Dopo avervi raccontato un po' di storia, adesso vediamo cosa è possibile visitare a San Salvatore di Fitalia.
1. Centro storico di San Salvatore di Fitalia
Giunti a San Salvatore di Fitalia è possibile passeggiare per le viuzze del suo centro storico e ammirare le antiche case, le bellissime chiese e le opere in ferro che percorrono le stradine dell'antico borgo.
2. Chiesa di Santa Maria Assunta
Il borgo di San Salvatore di Fitalia ha una particolarità che lo distingue dagli altri comuni del comprensorio nebroideo. Esso possiede due chiese Madri, un tempo amministrate da due organi ecclesiastici distinti: le diocesi di Patti e Messina. Contrapposta alla Basilica del SS. Salvatore vi è la Chiesa Madre di Santa Maria. Edificata nel XVI secolo, la chiesa, si caratterizza esternamente per la semplice facciata e per il campanile di costruzione novecentesca. L’interno, a croce latina ad unica navata conserva opere di pregio:
- Lo stupendo trittico marmoreo scolpito nel 1530 da Antonello Gagini su commissione di Domenico Franchina raffigurante la Vergine tra i SS. Pietro e Paolo.
- L’altare maggiore, che si caratterizza per il bellissimo organo settecentesco e il ciborio in legno dorato scolpito dagli Allò di Mirto.
Interessanti sono le cappelle del crocifisso e della Madonna del Rosario
3. Centro culturale polivalente e Museo delle tradizioni religiose
Questo centro sorge in un complesso architettonico che, nel tempo, ha mutato considerevolmente le sue funzioni. Originariamente, infatti, era un convento francescano al quale era annessa la prima antica chiesa di San Calogero. Quest'ultima andò distrutta a causa di diversi smottamenti verificatisi nel corso degli anni. Durante il Novecento fu trasformato in ospedale dei poveri, ma successivamente divenne laboratorio e asilo comunale ed infine deposito. Recentemente, grazie al progetto Nebrodi Plus, il bene è stato restaurato e riconvertito nel centro che oggi è possibile ammirare. Il museo è suddiviso in due piani:
- quello inferiore troviamo la storia antichissima di questo paese attraverso fonti scritte e reperti fotografici
- nel piano superiore è possibile approfondire gli aspetti religiosi e popolari legati al culto di San Calogero attraverso quadri, cartoline e i tipici ex voto in cera riproducenti parti del corpo.
4. Chiesa di Sant’Antonio da Padova
La chiesa di Sant’ Antonio da Padova, fu edificata intorno al XVI secolo. L’interno ad unica navata è stato rimaneggiato secondo il gusto neoclassico ed ospita delle statue di fattura popolare. Ne è un esempio la statua del santo titolare posta sull’altare maggiore. Particolare è anche il bel fercolo in legno dorato. Secondo le fonti storiografiche, quando il conte Ruggero affidò questi feudi alla diocesi di Patti e di Messina, le due controparti scelsero come santi Patroni rispettivamente San Calogero e Sant’ Antonio. Questa situazione rimase invariata fino al 1820, quando si decise per San Calogero. Ancora ai nostri giorni, la domenica delle palme, viene svolta la processione in cui i due santi si incontrano in piazza per una preghiera comune. Per via di controversie legate ad un vicolo stretto nel quale può passare solo una vara per volta, è stato deciso che ad anni alterni transiti prima uno e poi l’altro santo.
5. Santuario di San Calogero a San Salvatore di Fitalia
Questo luogo di culto è sorto agli inizi del XX secolo al posto di una precedente chiesa non più esistente. Originariamente si era pensato di edificare un santuario con pianta a croce latina molto più grande di quello attuale. Successivamente, per problemi di spazio, si pensò di chiudere il primo braccio ad abside. L’esterno è molto semplice ed essenziale e non denota elementi architettonici di pregio se non delle paraste in facciata che incorniciano il lineare portale ad arco. L’interno, ad unica ampia navata, ospita lateralmente statue e pitture degli inizi del XX secolo fatta eccezione per un’Immacolata settecentesca. L’altare maggiore ospita una ricca custodia lignea. Tale custodia intronizza, in posizione sopraelevata, la cinquecentesca statua di San Calogero la quale, più volte l’anno, viene prelevata per essere condotta in processione.
6. Cena in Emmaus di Andrea Ravo Mattoni
Nel piazzale della chiesa di Sant’ Antonio, recentemente è stato realizzato su un muro un importante intervento di street art ad opera dell’artista varesotto Andrea Ravo Mattoni. Si tratta di una monumentale trasposizione in bomboletta della Cena in Emmaus di Caravaggio. L’effetto visivo della pittura rigorosamente classica espressa secondo delle modalità totalmente contemporanee cattura l’interesse dei visitatori.
7. Natività di Andrea Ravo Mattoni
Dopo la Cena in Emmaus, l’artista varesotto Andrea Ravo Mattoni ha eseguito un nuovo intervento di steet art a San Salvatore di Fitalia. L’opera rappresentata ha un valore ancora più intrinseco per la storia siciliana: si tratta, infatti, di una riproposizione in grande formato della celebre natività di Caravaggio che era custodita all’interno dell’oratorio di San Lorenzo di Palermo e che venne trafugata nel 1969.
8. Percorso di strutture in ferro a San Salvatore di Fitalia
Nel centro storico di San Salvatore di Fitalia è stato creato qualche anno fa un interessante percorso di sculture in ferro battuto. Queste, dislocate per tutto il tessuto urbano affrontano varie tematiche dalla mitologia alla religione, ma a prescindere dal soggetto rappresentato, queste opere, realizzate da artisti di tutta Europa, rappresentano interessanti ricerche d’arte contemporanea sulle potenzialità tecniche ed espressive del ferro.
9. San Calogero
All'interno del santuario che porta il suo nome, è possibile ammirare la statua lignea di San Calogero, il Santo patrono protettore di San Salvatore di Fitalia. Viene festeggiato ogni anno dal 19 al 21 agosto.
10.Basilica del Salvator Mundi o del SS. Salvatore
Le origini di questa monumentale chiesa risalgono all’epoca bizantina, ma nel 1515 la struttura ha subìto un notevole ampliamento che le ha conferito la forma attuale, d’impianto a croce latina a tre navate. Alla fine del settecento, però, la chiesa è stata oggetto di un profondo restyling interno che ha portato l’aggiunta di stucchi tardobarocchi i quali, grazie ad un recente intervento di restauro sono stati accuratamente rimossi per restituire originalità alle architetture. Gli archi a tutto sesto contenevano al loro interno delle splendide colonne in pietra arenaria con archi a sesto acuto. L’area rimasta “barocca” è quella del presbiterio, che ospita degli affreschi in soffitto. Tra le opere di maggior pregio si evidenziano la statua della Madonna della Neve, opera di Antonello Gagini del 1527, una Cona gaginiana e la statua del Salvator Mundi posta sull’altare maggiore
11. Madonna della neve di Antonello Gagini
All'nterno della Basilica del Salvator Mundi si può ammirare la stauta in marmo della Madonna della neve, che fu la prima statua che Antonello Gagini realizzò nel 1527 nella valle del Fitalia. Il panneggio cade morbido sul corpo e il viso di Maria è molto aggraziato. Il panneggio dell'abito è ormai quasi andato perduto e si riescono a scorgere solo alcuni frammenti di decori in oro. La statua è stata posto su un altare ligneo di pregevole fattura.
12. Madonna col Bambino, San Pietro e San Paolo
All'interno della Chiesa di Santa Maria Assunta si può ammirare un meraviglioso trittico in marmo del 1530 realizzato da Antonello Gagini e raffigurante la Madonna col Bambino, San Pietro e San Paolo. Il viso di Maria è uno dei più bei volti che è riuscito a scolpire Antonello. Sopra il trittico si trova Dio Padre benedicente. In basso, a partire da sinistra, basso rilievi rappresentanti Gesù che investe San Pietro capo della Chiesa, la natività al centro e a destra la caduta da cavallo di San Paolo.
Bisogno di una Guida per visitare San Salvatore di Fitalia? Ci pensa Ttattà Go Assistente Virtuale!
Ti piacerebbe farti guidare tra queste bellezze da un compagno di viaggio unico e super disponibile? Chatta con Ttattà Go - Guida Turistica Virtuale e scoprirai un nuovo modo di #ConoscereiNebrodi. Disponibile su Messenger e Telegram, ti basterà chiedere tutto ciò che desideri (cosa vedere, cosa mangiare, cosa fare) e lui ti indicherà tutti gli eventi, i monumenti e i migliori ristoranti della zona!