Capo d'Orlando è una delle maggiori mete turistiche della provincia di Messina. Con un lungomare di quasi 10 km che si affaccia sulle Isole Eolie, questo piccolo paesino è davvero unico nel suo genere. Nonostante le ridotte dimensioni e la sua recente indipendenza dal territorio di Naso, Capo d'Orlando possiede più di un primato in diversi ambiti, ma non solo: scopriamo insieme tutti i segreti di questo paese unico!

Capo d'Orlando: un paese dall'incredibile forza

Capo d'Orlando è un comune abbastanza recente: la sua nascita, infatti, risale al 27 settembre del 1925, quando diverse spinte popolari e cambiamenti socio-economici hanno condotto alla sua separazione dal territorio di Naso. Nonostante ciò, diverse sono le antiche testimonianze su questo territorio: facente parte dell'antica Agatirno fondata, secondo la leggenda da Agathirnos, figlio del Dio Eolo, nel 1218 a.C, la sua storia ha tantissimi punti di contatto con quella raccontata nel nostro precedente articolo #ConoscereiNebrodi: 15 cose da vedere a Naso. Tuttavia, dall'anno 1000 fino al XiX secolo, periodo in cui viene annesso alla Città di Naso, Capo d'Orlando risulta essere un territorio indipendente. 

Da Agatirno a Capo d'Orlando

Ai tempi dell'antica Agatirno, il territorio si estendeva, come già detto, dall'attuale territorio nasense fino al centro dell'attuale paese di Capo d'Orlando. Le prime testimonianze ci arrivano dagli scritti di Tito Livio, che nel 210 a.C, definisce questo territorio come  "società di ladri, esuli e malfattori". Centro del culto del Dio Dioniso, ben presto i romani, che dominarono la zona per diversi decenni, presero di mira gli abitanti  a causa di questi riti pagani da loro mal visti. Il risultato di ciò furono diverse deportazioni e persecuzioni ai danni degli orlandini dell'epoca,  come testimoniato dal console  Marco Valerio Levino. Successivamente, Agatirno subisce le invasioni dei Berberi, popolazione arrivata dalle zone degli attuali Stati del Marocco, Algeria, Tunisia, Libia e Mauritania. Altre testimonianza su questo periodo ci giungono grazie a Goffredo da Viterbo, che ci svela l'orgine del nome "Capo D'Orlando: Carlo Magno, intorno all'anno 1000, tornando da Gerusalemme, decide di fermarsi nell'attuale territorio orlandino, dedicandolo al suo migliore paladino, Orlando.  Dopo un vuoto di quasi tre secoli, altre fonti storiche indicano il territorio orlandino come il teatro della battaglia navale del 1299 tra Angioini e Aragonesi, durante la quale Giacomo II e Federico III si disputarono il trono di Sicilia.  

Dal XIV al XIX secolo

Cosa accadde dopo? Abbiamo notizie risalenti al 1359, anno in cui Federico IV d'Aragona assegna il Castello d'Orlando e alcuni territori al nobile Vinciguerra d'Aragona, e al 1398, quando avviene l'assedio da parte del conte di Modica Bernardo Cabrera ai danni del traditore Bartolomeo di Aragona. Quest'ultimo era stato accusato di aver tentato diverse malefatte contro il re Martino I e, per sfuggire al suo destino ormai segnato, egli si rifugiò nel Castello d'Orlando che andò distrutto durante questa disputa. Successivamente, il territorio orlandino divenne preda  dei pirati. 

L'evoluzione del territorio

Le invasioni e i saccheggi da parte dei pirati continuarono fino al 1645, anno in cui fu costruita la torre di guardia. In questo periodo,   la coltivazione delle Canne da Zucchero, sviluppatasi a partire dal XV, subì una notevole crescita e il territorio cominciò pian piano a popolarsi di diversi elementi. Un esempio fu la tonnara, costruita nell'attuale territorio di S. Gregorio, che diede lavoro a numerosi pescatori che, a loro volta, crearono il primo centro abitato stabile del territorio. Inoltre, in questi anni nacquero diverse colture  e Capo d'Orlando divenne il centro principale per la coltivazione di gelso, agrumi e vigneti, accrescendo enormemente la propria economia locale. Tutto ciò fu purtroppo distrutto da numerose alluvioni durante l'Ottocento che portarono i Conti D'Amico, i proprietari del tempo, a vendere i terreni alla Città di Naso. Come sappiamo, soltanto nel 1925, Capo d'Orlando riuscì a riguadagnarsi l'indipendenza.

Capo d'Orlando oggi: un paese pieno di vita

Capo d'Orlando è diventata oggi una delle maggiori mete turistiche della provincia di Messina: le sue spiagge e il suo lungomare chilometrico attirano ogni anno centinaia di turisti da ogni parte del mondo. Il piccolo paese è anche famoso per alcuni meriti sportivi: l'Orlandina Basket, infatti, è stata la squadra, appartenente alla cittadina più piccola d'Europa, ad arrivare in massima divisione e a restarci  per un massimo di tre anni, oltre ad essere stata anche l'unica, appartenente ad una cittadina così piccola, ad aver partecipato ad un campionato europeo.

 

Cosa vedere a Capo d'Orlando: ecco i 22 luoghi che non puoi perderti!

Dopo avervi raccontato un po' di storia, adesso vediamo cosa è possibile visitare in questo piccolo paese dei Nebrodi.

1. Il Faro di Capo d'Orlando

Il Faro di Capo d’Orlando, situato ai piedi del monte della Madonna, è uno dei  più rappresentativi simboli della città  Esso, fin dalla sua costruzione, rappresenta un punto di riferimento per i naviganti nel tratto di costa tra Capo Calavà e Cefalù. Eretto nei primi anni del '900, fu progettato dai tecnici del Genio Civile ed attivato nel 1904.  È formato da una torre a pianta quadrata intonacata di rosso adiacente ad un edificio, anch'esso di pianta quadrata e collocato simmetricamente, sviluppato solo sul piano terra. La lanterna, posta in cima alla torre, è raggiungibile mediante una scala a chiocciola posizionata all’interno della torre stessa. L’esterno  è ornato da decorazioni architettoniche in calcestruzzo intonacato di bianco che donano alla costruzione un particolare aspetto neogotico.

 

2. Museo Fondazione "Famiglia Piccolo di Calanovella"

In contrada Vina, in cima ad uno splendido colle che domina la piana di Capo d’Orlando, sorge la storica residenza dei baroni Piccolo di Calanovella. La villa ottocentesca diviene famosa grazie al carisma dei tre fratelli Piccolo, Casimiro, Lucio e Agata Giovanna, suoi illustri abitanti fino alla fine degli anni Sessanta. Vivere la villa significa entrare in una realtà parallela, dove a dominare sono le figure del poeta Lucio, del fotografo e acquarellista Casimiro e della botanica Agata Giovanna, figli della principessa Teresa Tasca Filangeri. A risiedere in villa, veniva spesso anche il cugino Giuseppe Tomasi di Lampedusa che, tra queste stanze, scrisse buona parte del suo capolavoro letterario, Il Gattopardo. Il complesso comprende anche un parco botanico dove sorge anche un piccolo cimitero per cani e gatti appartenuti alla famiglia. 

 

3. Santuario di Maria Santissima di Capo d'Orlando 

Il Santuario di Maria Santissima di Capo d'Orlando, anche detto Santuario della Madonna, sorge in cima al promontorio,  in mezzo al complesso monumentale del Castello. La sua fondazione è legata ai fatti miracolosi del 1598 quando San Cono Navacita, patrono di Naso, in una sua apparizione, lasciò ai fratelli Raffa, guardiani del Castello, il piccolo simulacro della Madonna. Tale simulacro, del tutto simile a quello della Vergine venerata a Trapani, è alto poco più del palmo di una mano e venne condotto a Naso da cui Capo d’Orlando a quel tempo dipendeva dal punto di vista amministrativo. Alcuni disastri naturali dell'epoca e i frequenti terremoti  indussero a ritenere che la Madonnina dovesse tornare lì dove era stata rinvenuta.

Il trasferimento e la costruzione del santuario

Una seconda apparizione di San Cono servì a disegnare in cima al promontorio il perimetro della Chiesa che doveva ospitare il simulacro. Su ordine del Vescovo Monsignor Francesco Velardi della Conca, il Conte Girolamo Joppolo fece erigere il Santuario sulla sommità del monte e il 22 ottobre del 1600, con un nutrito corteo partito da Naso, si consegnò la statuetta alla Chiesa e alla comunità orlandina. Per ricodare quel giorno, venne istituita una festa “con mercato e fiera”. La notte dell’11 dicembre 1925, il simulacro di Maria SS. venne trafugato da mani ignote. Inutili si rivelarono le indagini per risalire agli autori del furto: così, per proseguire la devozione, venne fatta realizzare una statuetta in argento, tuttora esposta nel Santuario. All’interno di quest'ultimo si conservano due dipinti di Gaspare Camarda della Scuola di Antonello da Messina, "L'Adorazione dei pastori" del 1626 e "Il Crocefisso fra due monaci oranti" del 1627.

4. Antiquarium Comunale "Agatirnide"

L’antiquarium cittadino, istituito il 20 dicembre del 2002, rappresenta l’anima storica dell’antica città ellenica di Agatirno. L’area museale, fortemente voluta da un gruppo di ragazzi che  intrapresero un percorso di studi sulla presenza di quest’antica città, ospita una moltitudine di reperti collocabili tra l’età del bronzo e il primo secolo d.C. Tali tesori provengono, oltre che dalle terme di Bagnoli e da aree funerarie del IV-III secolo a.C. rinvenute alle pendici del Monte della Madonna, anche da numerosissimi ritrovamenti avvenuti in tutto il territorio comunale. L’antiquarium nasce dall’intesa tra il Comune e la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Messina siglata nel 1997.

5. Chiesa di Cristo Re

La chiesa dedicata a Cristo Re, nei pressi di piazza Matteotti, è il principale edificio di culto del centro cittadino di Capo d’Orlando. La sua edificazione risale agli anni Cinquanta del XX secolo ad opera dei padri redentoristi. L’edificio, con impianto a croce latina, è composto da tre navate. L’interno, essendo di recente costruzione, non ospita opere d’arte antiche, ma sono da notare alcuni bei mosaici come quello del catino absidale raffigurante il Cristo Risorto e le stupende vetrate policrome. Interessante è il tabernacolo, trattenuto da una effige lignea della Vergine di moderna fattura trentina.

6. Pinacoteca Comunale "Tono Zancanaro"

La pinacoteca comunale, intitolata all’artista padovano Tono Zancanaro, nasce con la prima edizione della storica mostra “Vita e Paesaggio di Capo d’ Orlando” del 1955. Tale iniziativa ha permesso al Comune di acquisire una collezione d’arte moderna e contemporanea con nomi di tutto rispetto. Alle edizioni della mostra hanno partecipato importanti artisti a livello nazionale ed internazionale come Giuseppe Migneco, Emilio Isgrò, Horacio Agola e Josè Hortega. Nello stabile della pinacoteca si trova oggi, oltre la collezione ufficiale permanente, lo spazio “LOC” (Laboratorio Orlando Contemporaneo) che ospita mostre e residenze d'artisti del panorama contemporaneo.

7. Parco suburbano di Scafa

Il Parco suburbano di Scafa è una grande area attrezzata situata nell’omonima contrada. Occupa una superficie di circa 4 ettari su una collina sovrastante il porto di contrada Bagnoli fino a terminare sulla Statale 113. Dal parco si gode di una stupenda vista panoramica sulla baia di San Gregorio dal porto fino al Monte della Madonna sconfinando sul mare fino alle splendide Isole Eolie. All’interno del parco si trova un piccolo anfiteatro, che ospita spettacoli estivi ed iniziative varie di intrattenimento. Al momento è chiuso al pubblico per lavori di manutenzione.

8. Villa Bagnoli

Villa Bagnoli è un parco cittadino realizzato sulla spiaggia nelle immediate adiacenze del porto turistico. Ospita un parco giochi, delle aree di verde e spazi per animali da cortile. Interessanti sono le piante che abbelliscono la villa, specialmente nel periodo della fioritura: le Tamerici (Tamarix Gallica), l’Oleandro (Nerium oleander), la Palma dell’Arizona (Phoenix arizonica) e i filari di Tiglio (Tigli x europea). Di grande interesse è anche la presenza della Lagerstroemia Indica, albero ornamentale importato dalla Cina a metà del XVIII secolo. Questo complesso di verde crea dei bellissimi viali adombrati ottimi per una passeggiata riflessiva e rilassante

9. Terme Bagnoli

Sito archelogico di età romana risalente al III-IV secolo d.C. è ubicato in contrada Bagnoli, nei pressi dell'area portuale di Capo d'Orlando. I resti di questo complesso termale sono stati portati alla luce grazie ad una campagna di scavi realizzata nel 1987. Quest’area, composta da 8 vani, era annessa ad una Villa Romana e subì ingenti danni causati da un terremoto avvenuto tra il IV e il V secolo d.C. Gli ambienti si suddividono in tre aree: il Frigidarium, cioè la parte fredda del complesso, il Tepidarium (zona intermedia) e il Calidarium, che veniva riscaldato mediante un’intercapedine sotto il pavimento collegata all’adiacente stanza del Praefurnium (fornace). Tutti gli ambienti sono decorati da splendidi mosaici pavimentali realizzati con la tecnica del tassellatum (tasselli in pietra e marmo che riproducono motivi geometrici.

10. Castello Bastione

Il Castello Bastione, situato su un altopiano sovrastante la contrada Malvicino di Capo d'Orlando, è un poderoso castello di circa 16x16 metri, risalente alla seconda metà del XVI secolo. Inizialmente assolveva alla funzione di controllo e avvistamento per poi divenire, fino all’inizio del Novecento, residenza gentilizia. Anticamente veniva denominato “Torre del Trappeto” per via della presenza, nelle sue vicinanze, di fiorenti piantagioni di cannamela (canna da zucchero) e di trappeti (frantoi) adibiti alla sua trasformazione. Dopo la morte della sua ultima proprietaria, l’inglese M.E. Johnson, nella prima metà del Novecento, il Castello andò in rovina. Fu successivamente acquistato e restaurato dal Comune di Capo d’Orlando. Da allora, il Castello Bastione è diventato location per eventi culturali e ricreativi.

11. Museo della canna da zucchero e del limone

Il Museo di Etnostoria della Canna da zucchero e del Limone è ospitato presso le sale del Castello Bastione. Questo spazio culturale è stato allestito dalla sede dall’Archeoclub d’Italia  di Capo d’Orlando, patrocinato dall’assessorato al Turismo del Comune. L’area museale ospita documenti, etnoreperti e immagini fotografiche che illustrano storie e mores maiorum della tradizione contadina di Capo d’Orlando. Ampio spazio è riservato alle colture siciliane della Canna da zucchero e del Limone legati, inoltre, alla loro “trasformazione” e “lavorazione” mediante trappeti e attività che per secoli hanno segnato l’attività industriale del passato cittadino.

12. Porto turistico Capo d'Orlando Marina

Nello splendido scenario della costa tirrenica, affacciato sul mare davanti alle isole Eolie, è stato inaugurato nel 2017 il porto turistico Capo d'Orlando Marina. Esso vanta numerose attività di altissima qualità tra cui ristoranti, bar e negozi e svariati servizi per i diportisti. In questo luogo, si possono ammirare anche le "Cave del Mercadante".

13. Le cave del Mercadante

Il luogo chiamato “Cave del mercadante” è caratterizzato dalla presenza da grandi dischi realizzati nella pietra arenaria che affiorano dall’acqua in un’area di costa che oggi è inglobata nel moderno porto turistico. Il diametro dei solchi che generano questi grossi dischi lapidei varia da uno a due metri e entra in profondità per circa dieci centimetri. La funzione di questi dischi resta ancora oggi ignota e si esclude, malgrado il suggerimento delle forme, che queste potevano essere delle estrazioni di macine per i frantoi.

14. Fontana del Drago

La Fontana Drago, situata nell’omonima contrada lungo la strada statale 113, è stata realizzata intorno alla fine del XVIII secolo. Il bene monumentale si caratterizza per i suoi elementi intagliati nella pietra arenaria locale e per la presenza delle celebri maioliche nasitane. Sul suo prospetto è posizionato uno stemma del 1989 che sostituisce quello antico della famiglia Ventimiglia-Joppolo rubato nel 1985.

15. Spiaggia Testa di Monaco

Se vi trovate a Capo d'Orlando non potete non andare  in contrada Scafa, nella bellissima spiaggia di Testa di Monaco. Il mare cristallino e il fondale roccioso regalano pace e armonia ai cinque sensi.

16. Scoglio della Formica

Immerso nel blu del mare di Capo d'Orlando, lo scoglio della formica è raggiungibile a nuoto dalla costa.

17. Laghetti di San Gregorio

Alle spalle del Monte della Madonna, superato il Faro, nell'ampio arenile che si protende verso il mare, si trova un piccolo laghetto, proprio nelle immediate adicenze della strada litoranea che conduce al porto di Capo d'Orlando Marina e al piccolo borgo di San Gregorio. Il laghetto, che forse deve la sua formazione ad una depressione del terreno, è alimentato da acque sottorrenee dolci e salate. Immerso in un ambiente particolarissimo dominato da un lato dalla possente mole del Monte e dall’altra parte, dallo splendido Mar Tirreno coronato dalla presenza delle Isole Eolie, Patrimonio dell'Unesco, è davvero un luogo molto caratteristico.

18. Il Monte della Madonna e il Castello

In cima al monte simbolo della cittadina, sorgono i resti dell’antico Castello intitolato al paladino Orlando. La sua costruzione risale al periodo medioevale, ma ha assunto maggiore rilievo a partire dal 1598 quando San Cono apparve ai guardiani, i fratelli Raffa, che risiedevano nella sua alta torre, per lasciarvi il prezioso simulacro della Madonna. Da allora il Castello, che prima era andato in rovina a causa di un assedio quattrocentesco, ha visto nuova vita con la costruzione del Santuario e con la realizzazione nei suoi ambienti di aree riservate ai pellegrini. Nel corso dei secoli però, questo edificio, che si estendeva per tutto il pianoro sommitale del Monte, ha subito ingenti danni per via di terremoti e smottamenti che pian piano lo hanno intaccato. Dall’inizio del XIX secolo i resti del Castello, come il Santuario e tutto il Monte, sono di proprietà della Curia Vescovile di Patti.

19. Il Bosco di Amola

Il bosco di Amola è un’area naturalistica che si raggiunge da contrada Piscittina, ma ricade per la maggior parte nel comune di Naso. Qui è possibile ammirare secolari alberi e piccoli ruscelletti d’acqua. Al suo interno si trovano anche una fontana e un’area attrezzata con tavoli e barbecues per scampagnate e gite fuori porta. Tante sono le varietà di alberi che popolano il bosco. In particolare sono presenti: Querce da sughero (Quercus suber), Lecci (Quercus ilex), Corbezzoli (Arbutus unedo) e a quote più alte vi sono i castagni (Castanea sativa).

20. Sentiero Goletta

Questo sentiero era, fino alla realizzazione della strada litoranea, l’unica via di collegamento tra il centro cittadino e il borgo di San Gregorio. Il percorso è completamente immerso nella natura, nella lussureggiante macchia mediterranea. Un luogo in cui regna il silenzio, ove gli unici rumori che è possibile sentire sono il verso delle cicale e il rumore del mare. Il panorama che è possibile ammirare è molto pittorescoed offre uno stupendo panorama sulle Isole Eolie.

21. San Gregorio

Il piccolo borgo marinaro di San Gregorio è situato lungo la riviera di levante di Capo d’Orlando, tra gli splendidi faraglioni che si affacciano sul mar Tirreno e sulle Isole Eolie. Originariamente, l'abitato di San Gregorio era collegato alla cittadina solamente a monte, tramite il sentiero denominato “Goletta”. Solo nella metà del XX secolo venne collegato con una strada litoranea che oggi conduce fino al moderno porto turistico. Il borgo comprende, oltre le caratteristiche casette dei pescatori, la piazzetta e la chiesetta dedicata al santo che gli conferisce il nome. La sua spiaggia è una rinomata località balneare che negli anni sessanta ispirò il cantautore geneovese Gino Paoli che proprio qui scrisse la sua celebre canzone “Sapore di Sale”.

22. Lungomare di Capo d'Orlando

Il lungomare di Capo d’Orlando si affaccia sullo splendido litorale tirrenico davanti alle isole Eolie in un arco di visuale che va da Cefalù a Capo Milazzo e dominato da una spettacolare visuale sui monti Nebrodi e le Madonie. Durante l’estate diventa il punto di riferimento di molti bagnanti e turisti, per via della sua bella spiaggia e dei numerosi locali e punti di ritrovo che la costeggiano. La sua conformazione è lineare davanti al centro abitato, frastagliata nel lato est fino a San Gregorio.

 

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