La Festa di Ognissanti e la Festa dei Morti si avvicinano: si tratta di festività molto antiche che negli anni hanno assorbito tradizioni estere e oltreoceano. In Sicilia sono molti i rituali legati a questi due giorni di festa: scopriamoli insieme.
Festa di Ognissanti: dalle origini ai giorni nostri
L’origine della Festa di Ognissanti affonda le sue radici nel paganesimo: sembrerebbe che questa ricorrenza risalga agli antichi popoli celtici, i quali dividevano l'anno solare in due fasi strettamente legate ai cicli della natura e del raccolto.Questo popolo, a maggio, celebrava a maggio il risveglio della natura,tipico del periodo primaverile, e ad ottobre il "riposo" della natura. Quest'ultima celebrazione prendeva il nome di Samhain e si trattava di un giorno spiritualmente molto importante: il velo che divideva il mondo dei vivi e il mondo dei morti si faceva molto più sottile e permetteva il passaggio delle anime. Una notte ricca di magia e di mistero durante la quale i morti potevano entrare in contatto con i vivi e quest'ultimi potevano chiedere ai defunti dolci e doni di ogni tipo o mascherarsi per nascondersi dagli spiriti indesiderati. Piano piano queste usanze superano i confini irlandesi e, nel corso dei secoli, si trasformarono nella festa di Halloween che tutti conosciamo. Diversamente da come molti pensano, il termine Halloween non è affatto di tradizione pagana o di origine laica: esso deriva da “All Hallow’s Eve”, che in inglese antico significava “vigilia di tutti i santi” e da qui la traduzione italiana "Festa di Ognissanti".
Festa di Ognissanti: leggende e tradizioni
Secondo alcune antiche leggende, non è il giorno della Festa dei Morti in cui le anime dei defunti lasciano doni ai bambini presso le loro case, ma è proprio la notte tra il 31 e l'1 Novembre: questo perchè, secondo queste antiche storie, i morti, durante questa notte, sarebbero in grado di abbandonare non solo le tombe, come avviene il 2 Novembre, ma anche i cimiteri. In alcune parti della Sicilia, infatti, le tradizioni che normalmente conosciamo e portiamo avanti il giorno dei morti, come quella del Cannistru che verrà descritta nel prossimo paragrafo, vengono svolte proprio la mattina dell'1 Novembre, la Festa di Ognissanti.
Festa dei Morti: come rispettare la tradizione
La Festa dei Morti è molto sentita dal popolo siciliano che si accinge ancora oggi a praticare alcune usanze risalenti al X secolo. La ricorrenza ricade il 2 novembre ed è un giorno dedicato alla commemorazione dei defunti. Si narra che in tempi antichi, nella notte tra l'1 ed il 2 novembre, i defunti visitassero i cari ancora in vita portando ai bambini dei doni, il cosiddetto "cannistru". Oggi questi doni vengono acquistati dai genitori e dai parenti nelle tradizionali "fiere", che si svolgono diverse parti della Sicilia, nelle quali sarà possibile trovare giocattoli e tipici dolci come frutta martorana e morticini (ossa dei morti o crozzi 'i mottu) da donare ai bambini. Questi doni possono essere lasciati ai piedi del letto dei bambini durante la notte o nascosti in casa e trovati da quest'ultimi, al mattino presto, con una sorta di caccia al tesoro.
Dolci e cibo tipico della Festa dei Morti
Altri dolci siciliani tipici di questa ricorrenza sono i pupatelli, dolcetti ripieni di mandorle tostate, i taralli ciambelle ricoperte di glassa, "pipareddi", biscotti messinesi alle mandorle, i nucatoli, biscotti cosparsi di zucchero a velo, e i Tetù e Teio, bianchi e marroni. Tradizione esclusivamente palermitana è quella di aggiungere al Cannistru dei dolcetti a forma di Paladini e Pupi siciliani che vengono chiamati “pupi a cena” o “pupaccena”, per via di una leggenda che narra di un nobile arabo caduto in miseria, che li offrì ai suoi ospiti,per sopperire alla mancanza di cibo prelibato. In alcune parti della Sicilia viene preparata la muffoletta, pagnottella calda appena sfornata e "cunzata", da consumare la mattina del 2 Novembre con olio, sale, pepe e origano, filetti di acciuga sott'olio e formaggio primosale.
Processioni e riti religiosi
La principale usanza religiosa siciliana legata al giorno dei Morti è fare visita ai propri defunti presso i cimiteri, portando fiori e recitando preghiere di commemorazione. Esistono, però, alcune zone in cui si svolgono le cosiddette "processioni dei morti o dei fantasmi", durante le quali i morti percorrono le vie del paese lasciando dolci e regali per i bambini. Tra questi troviamo Erice, in cui i defunti escono dalla Chiesa dei Cappuccini, o Cianciana, in provincia di Agrigento, dove escono dal Convento di S. Antonino dei Riformati. Anche nel catanese, ad Acireale, durante la ricorrenza dei morti si usa che "i morti" girino per la città indossando un lenzuolo funebre, e rubando doni e dolciumi ai venditori per darli ai bambini. Infine, anche a Partinico, in provincia di Palermo, le persone indossano un lenzuolo e, a piedi scalzi con una torcia accesa e recitando litanie, percorrono alcune strade cittadine (Fonte: Sicilia in Festa)
Usanze prese in prestito dall'Estero
Con l'avvento della globalizzazione, negli ultimi 30 anni abbiamo pian piano adottato alcune usanze provenienti dai paesi aglosassoni, soprattutto per quanto riguarda la Festa di Ognissanti.
La zucca intagliata: tra leggenda e tradizione cristiana
La famosa zucca, simbolo di tale ricorrenza, è stata presa in prestito dalla tradizione irlandese e dall'antica leggenda di Stingy Jack, un astuto fabbro ubriacone che giocò diversi tranelli al diavolo e alla fine rimase egli stesso intrappolato: rifutato dal Paradiso e dallo stesso Diavolo dopo la sua morte, l'anima di Jack rimase errante con la sola compagnia di una rapa al cui interno vi era un tizzone infernale lanciatolgli dal demonio che lo scacciò dall'Inferno. Cominciò da quel momento a vagare senza tregua alla ricerca di un luogo in cui riposarsi. Nei vari racconti tramandati, la rapa si trasformò in zucca e si diffuse l'usanza di intagliare il volto di jack sulle zucche e lasciarle in giardino o all'ingresso delle abitazioni. In realtà, la zucca, nella tradizione cristiana, era simbolo di abbondanza e fertilità e veniva utilizzata per allontanare le anime dei morti: queste due usanze si fusero nel corso del tempo e vengono tutt'ora adottate da molti siciliani durante la notte tra il 31 Ottobre e la Festa di Ognissanti, più per goliardia che per tradizione religiosa.
Dolcetto o scherzetto?
Questa è forse l'usanza più rappresentativa della Vigilia di Ognissanti. Sebbene non faccia parte della nostra tradizione, è entrata sempre di più nelle nostre case e nei nostri cuori, soprattutto in quelli dei bambini. Il 31 Ottobre i bambini indossano costumi a tema e girano per le case ponendo la fatidica domanda "Dolcetto o scherzetto" ai padroni di casa che dovranno scegliere se donare un dolcetto ai piccoli avventurieri o accettare uno scherzetto da parte loro.
Candele accese
Le candele hanno da sempre un significato mistico e religioso. L'usanza di accendere le candele la notte di Ognissanti e durante la Festa dei Morti nasce nel Nord Europa. Si tratta di un gesto votivo, in onore dei cari scomparsi che permette di proteggersi da eventuali spiriti maligni erranti.
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