I Nebrodi, una catena montuosa nel cuore della Sicilia, sono un luogo impregnato di storia, usanze e racconti tramandati da secoli, dove la realtà si intreccia con il mito e la leggenda. Tra questi, emergono alcune storie affascinanti: facciamo insieme un viaggio in questi luoghi, immergiamoci per qualche minuto in un mondo ricco di fascino e mistero, dove ogni pietra, ogni albero, ogni borgo ci sussurra un racconto.
Il mistero dell'Argimusco: Stonehenge sicula o nodo cosmico?
A pochi chilometri da Montalbano Elicona, l'altopiano dell'Argimusco si presenta come un luogo suggestivo e misterioso, disseminato di enormi rocce dalle forme antropomorfe e zoomorfe. Questo sito megalitico, soprannominato la "Stonehenge siciliana", ha suscitato l'interesse di studiosi, antropologi, astrologi e appassionati di esoterismo. Le ipotesi sull'origine e la funzione di queste rocce sono molteplici e spesso discordanti. L'antropologo Paul Devins, nel suo libro "Il mistero dell'Argimusco", ipotizza che l'intera area sia una rappresentazione della volta celeste del 10.450 a.C., con ogni roccia a simboleggiare una costellazione, un po' come le Piramidi di Giza che rappresentano le stelle della Cintura di Orione Un'altra interpretazione, sempre di Devins, suggerisce un'origine più recente, legata a Federico II d'Aragona e al suo alchimista, e probabile scultore dei Megaliti, Arnaldo da Villannova. Indipendentemente dalla loro origine, le rocce dell'Argimusco continuano a esercitare un fascino irresistibile, alimentando il mistero e la curiosità di chi le visita.
Alcara Li Fusi: tra mito e folklore
Le origini di Alcara Li Fusi si perdono nella notte dei tempi, intrecciandosi con il mito della famosa città di Troia. La leggenda, infatti, narra che il paese sia stato fondato da Patrone, un greco al seguito di Enea dopo la caduta di Troia. Patrone, detto Turiano perchè originario della città di Turio, risalì il torrente Rosmarino e si stabilì, infine in questa valle riparata dai venti e ricca di corsi d'acqua, nel quale costruì il Castello Turiano. Fu così che nacque il Borgo Turiano che, successivamente divenne Alcara Li Fusi. Questa storia, seppur priva di riscontri storici, testimonia il forte legame del borgo con l'antica Grecia.
Maria La Bella: la Raperonzolo di Brolo
Le antiche mura del Castello di Brolo custodiscono una storia d'amore e tragedia, la leggenda di Maria La Bella. Principessa di rara bellezza, Maria s'innamorò perdutamente di un giovane pescatore, sfidando le convenzioni sociali e l'ira del fratello. I due amanti si incontravano furtivamente al calar della notte, quando il pescatore si arrampicava sulla torre grazie alle lunghe trecce di Maria, che fungevano da scala d'amore. Ma il loro idillio fu spezzato dalla gelosia del fratello, che, scoperto il segreto, tese un'imboscata al giovane, uccidendolo senza pietà. Maria, inconsolabile per la perdita dell'amato, si consumò nel dolore, continuando a scrutare l'orizzonte nella vana speranza di rivedere la sua barca. Si dice che il suo spirito, ancora legato a quel tragico amore, aleggi tutt'oggi tra le mura del castello e lo scoglio dove il giovane fu ucciso, sussurrando parole di conforto e speranza ai pescatori che si avventurano in mare. La leggenda di Maria La Bella è un canto d'amore eterno, un monito contro l'odio e la violenza, una storia che continua a commuovere e affascinare chi la ascolta.